La chiesetta sorge fuori paese, sulla via che porta al cimitero, vicina a San Zeno
E' una costruzione unica nel suo genere nel territorio, infatti presenta una interessante costruzione a pianta centrale, con perimetro ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino, è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630.
Montodine si dice infatti sia stato il primo paese del cremasco influenzato dall'epidemia di peste, portata forse dal barbiere del paese che si era recato in visita ai suoi famigliari di Codogno(?).
In suo onore si svolge la festa di San Rocco il 16 agosto cuocendo pani insipidi da benedire durante la cerimonia.
In questo tempio aveva sede una confraternita omonima, eretta precedentemente, nel 1618, in riparazione dell’offesa perpetrata nei confronti del Santo per la demolizione, verso la fine del 1500, di un primitivo edificio sacro ormai in rovina e situato nelle vicinanze del paese. La confraternita di San Rocco s’insediò dapprima nella chiesa della Beata Vergine oltre il fiume Serio e vi rimase ininterrottamente per 25 anni; poi nel 1643 emigrò nel nuovo oratorio dedicato a San Rocco, l’attuale, pur non essendo ancora completato.
L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo, all'ottavo giorno dell'eternità.
Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali (oggi conservato a Palazzo Benvenuti) raffigura il Santo Protettore, accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino, mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.
San Rocco fu demolito alla fine del 500, poi venne ricostruito e nel 1618 si insediò la confraternita di San Rocco che avevano un saio verde e celebravano i morti il giorno di San Martino.
Ma la chiesa sorge su una collina franabile e umida (gli affreschi infatti non si sono conservati) e i confratelli volevano tornare alla chiesina del Rosario oltre il ponte dove però era sorta l'omonima confraternita, per alcuni anni la disputa è continuata finchè la confraternita di San Rocco è stata sciolta.
San Rocco rischiò per due volte la distruzione.
La prima per lo straripamento della roggia Comuna, che poi venne convogliata nel fiume Serio (1676) quando fu scavato un altro alveo così vicino all’oratorio che l’umidità rovinò immagini e arredi della chiesa (1679). A tale inconveniente si provvide nella seconda metà del Seicento con il rifacimento del vecchio pavimento. Si fece un nuovo muro e il pavimento del coro fu rivestito da uno strato di ghiaia per allontanare l’umidità (Mons.Zollio 1685).
Il secondo disastro avvenne in occasione di un restauro nel 1970-71 quando vi fu il crollo della cupola. Per salvare la chiesa il Ministero dei Beni Culturali intervenne con vari consolidamenti strutturali negli anni ’80 e quindi con un restauro conservativo.
Fu restituito al culto nel Novembre del 2000.