Da Crema a Montodine
https://www.parks.it/parco.serio/iti_dettaglio.php?id_iti=778
- Partenza: Crema
- Arrivo: Montodine
Dal punto di vista architettonico sono presenti il Santuario del Marzale, risalente al XVII sec, in comune di Madignano e diversi insediamenti rurali, ville e palazzi presenti nei centri abitati. Degni di una visita il palazzo Benvenuti, con la sua torre settecentesca, e le diverse chiese di Montodine, tra le quali gli oratori di San Zeno e San Rocco e la villa del "Toscanini" a Ripalta Guerina, così chiamata a ricordo del soggiorno del celebre musicista.
Dal punto di vista naturalistico importante è la presenza di diverse forre laterali al fiume che attraversano i terrazzi fluviali e si originano dall'opera di erosione messa in atto dalle rogge che si immettono nel fiume stesso.
La Bassa Cremasca: Gombito, Montodine, Ripalta Arpina, Moscazzano, Ripalta Guerina, Ripalta Cremasca, Capergnanica.
https://raccontidiviaggioitaliani.wordpress.com/tag/montodine/
Il passaggio dal Cremonese al Cremasco è quasi invisibile. Il paesaggio sembra uguale, le cascine identiche e le chiese le stesse, con i soliti campanili.
Basta conoscere l’altitudine dei due “capoluoghi” per capire che una differenza territoriale c’è: Cremona è a 45 metri sopra il livello del mare, mentre Crema (solo 30 chilometri più a nord) è già a 79 metri. Siamo sul confine tra l’alta e la bassa pianura, l’area delle risorgive, ossia le sorgenti che affiorano dal suolo. Una delle aree più fertili della Pianura Padana, eppure storicamente non è stato sempre così.
Qui storia e leggenda si confondono e come ben si sa, le leggende hanno sempre qualcosa di vero.
Sto pensando al mito del lago Gerundo, con il suo drago di nome Tarantasio. Un drago che, secondo la popolazione locale, mangiava i bambini e il suo fiato pestifero provocava regolarmente epidemie nei paesi e villaggi vicini.
Ovviamente il drago non è mai esistito, ma è interessante pensare come gli “effetti” della sua presenza si manifestassero regolarmente: le epidemie di malaria e febbre gialla erano all’ordine del giorno, le scomparse dei bambini erano frequenti.
Itinerario del Serio
Itinerario ciclabile su piste ciclabili protette (85%); qualche tratto su strada secondaria a uso promiscuo. Percorre la valle di pianura del fiume Serio, ora sull’una ora sull’altra sponda.
Lunghezza: 57.9 km.
Punto di partenza: stazione Fs di Seriate (Bg). Si raggiunge da Bergamo seguendo la Ciclovia dei Laghi nord in direzione Sarnico.
Punto di arrivo: Cremona. Da cui si fa ritorno a Bergamo con la ferrovia per Treviglio Centrale e corrispondenza per Bergamo dalla stazione Treviglio Ovest.
https://www.pianuradascoprire.com/portfolio_page/litinerario-del-serio/
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La Via Regina
Via Regina è il nome di due strade romane omonime ma distinte che collegavano, considerando il percorso complessivo delle due vie di comunicazione, il porto fluviale di Cremona con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).
In particolare, la prima strada iniziava da Mediolanum, giungeva a Comum (Como) e terminava a Clavenna, mentre la seconda strada iniziava a Mediolanum e terminava a Cremona.
Il nome Regina deriva probabilmente dal toponimo della provincia romana della Rezia in quanto la strada conduceva, attraverso la Valchiavenna, in questa regione, il cui territorio corrisponde alla moderna Svizzera.
Dal Medioevo la via Regina iniziò a essere chiamata strada regale e via Regia.
La via Regina era costeggiata, in diversi tratti, da diversi corsi d'acqua, tra cui l'Adda, che permettevano al traffico terrestre che la percorreva di essere affiancato dal traffico fluviale. Lungo il suo tragitto, che iniziava in corrispondenza del porto fluviale di Cremona, che si trovava lungo il Po e che era pertanto collegato al Mare Adriatico, la via Regina giungeva al porto fluviale romano di Milano, costeggiava poi la riva occidentale del lago di Como.
A Cremona l'antica strada romana coincideva con corso Garibaldi, via Ghinaglia e via Dattaro.
Dalla città alla Cascina Cerro (presso Farfengo) l'antico tracciato coincide con la vecchia Castelleonese, una strada caduta in disuso negli anni cinquanta del XX secolo dopo la costruzione della parallela strada statale Paullese.
Questo tracciato è stato in gran parte risistemato nel 2006 dall'Amministrazione Provinciale di Cremona ed adibito a pista ciclabile.
Tra la Cascina Cerro e Cappella Cantone l'antico tracciato si sovrappone al tracciato della strada statale Paullese, per deviare poi verso San Bassano. Qui vi si trovava il passaggio per attraversare il vecchio corso del fiume Serio (odierno Serio Morto).
E' da notare che l'antica dedicazione della chiesa parrocchiale del comune è dedicata a San Martino di Tours, il protettore dei viandanti, tant'è che gli sono dedicati molti edifici di culto lungo le vie romee.
Si prosegue quindi verso San Giacomo, un gruppo di cascine con oratorio dove vi si trovava una stazione per il cambio dei cavalli; poco oltre, a San Latino, il tracciato divide ancor'oggi l'abitato in due parti amministrative, Castelleone e Gombito.
La strada proseguiva verso nord-ovest a Montodine, secondo un andamento rettilineo ai margini meridionali dell'Isola Fulcheria, che è scomparsa nel Medioevo.
Presso l'abitato di Rovereto (frazione di Credera Rubbiano) sono state rinvenute tracce dell'antica pavimentazione.
La traccia dell'antica strada è ben identificabile fino a Roncadello di Dovera.
Oltre l'Adda il suo percorso è rintracciabile tra Tribiano e Milano (lungo la roggia Serbellona, che costeggia la vecchia Paullese).
A Mediolanum, in particolare, le porte cittadine attraverso le quali passava la via Regina erano Porta Comasina e Porta Tosa, in particolare, in corrispondenza di quest'ultima, era situato il porto fluviale romano di Milano.
Nel complesso la via Regina era lunga circa 130 miglia romane.